Mentre Napoletano
benedice il nuovo governo Letta, ancora sostenuto dagli stessi partiti che
avevano tenuto bordone al precedente, col compito di proseguire le medesime
politiche economiche e sociali devastanti, sul versante sindacale Cgil, Cisl,
Uil e Confindustria continuavano imperterrite a infierire sui diritti e sulla
pelle dei lavoratori e delle lavoratrici.
E la Cgil, in vena di
prodezze, superava se stessa.
Infatti, prima fingeva
di essere contraria all’intesa-capestro sulla “produttività” raggiunta da Cisl,
Uil e Confindustria in novembre (una
valanga di flessibilità scaricata sui lavoratori peggiorando il contratto
nazionale, in particolare riguardo all’orario di lavoro e all’organizzazione dei
turni).
Ora decide di firmare trionfante quella medesima
intesa-capestro, spacciando la detassazione al 10%, prevista dalla legge per la
quota di salario dovuta alla “produttività“, come il toccasana della miseria
salariale, in cui ci si dibatte da qualche decennio e oggi più che
mai.
In più, il suo Comitato
direttivo nazionale ha dato mandato alla signora Camusso, di unirsi a Cisl, Uil
e Confindustria per apporre un’altra firma, stavolta sull’accordo
interconfederale “per la rappresentanza e la democrazia”, che farà le sue prime
vittime proprio con gli accordi aziendali e territoriali sulla
“produttività”.
Questo accordo
interconfederale è un capolavoro diabolico di “rappresentanza” e di
“democrazia”, appunto, perché prevede che, per partecipare alle elezioni di RSU,
si dovrà dichiarare di rinunciare all’esercizio del diritto di sciopero su
materie disciplinate da accordi approvati col solo 51% dei rappresentanti
sindacali in azienda, senza che sia nemmeno obbligatorio il ricorso al
referendum.
Il “bello” di questa
storia è che in quel Comitato Direttivo i dirigenti Cgil hanno votato tutti
compatti - anche il “barricadiero” Landini della
Fiom- a favore di questo “porcellum” sindacale.
E’ chiaro che questa
regola forcaiola è finalizzata non solo a cancellare il diritto del sindacalismo
di base di partecipare alla costituzione delle RSU, ma anche a stroncare
l’attività delle componenti dissidenti e ribelli di RSU facenti capo alla stessa
Fiom (vengono in mente i delegati di
questo sindacato in fabbriche della provincia di Bergamo, come la SAME, o nella
PIAGGIO di Pontedera), mettendole fuori gioco prima che possano rafforzarsi
e diffondersi come alternativa a un sindacalismo sempre più disponibile a stare
dalla parte dei padroni.
Cosa c’entri questa
regola con la libertà sindacale e col libero esercizio del diritto di sciopero
- con gli articoli 39 e 40 della
Costituzione- ce lo spiegherà di certo il segretario generale della Fiom in
una delle sue arringhe a “Ballarò” o delle sue interviste al quotidiano “il
manifesto”!
Ai lavoratori e ai
sindacati di base ,il compito di contrastare con tutti i mezzi dovuti questo
golpe interconfederale, inteso ad imporre la dittatura di Cgil-Cisl-Uil, e
promuovere al contrario una legge sulla
rappresentanza: democratica,plurale, costituzionale.
Roma 30.4.2013
CONFEDERAZIONE COBAS